Santa Maria,

Santa Maria,
...donna del primo sguardo, donaci la grazia dello stupore.

giovedì 1 giugno 2017

Che imparare da questi giorni? Dal mare imparo a non fermarmi di fronte all’ignoto. Dal vento a spazzare con tenacia le nuvole. Dalla sabbia la malleabilità che sa adattarsi. Dalle conchiglie il fascino della diversità. Dai cigni l’eleganza e dai granchi l’attenzione. Da Graziella la resilienza. Da Antonietta la saggezza umile. Dai frati la giovialità fraterna. Ogni giorno impegnarsi ad imparare qualcosa, una sola cosa. Basterà!




Oggi il mondo è nuovo!Da ieri sera fratello vento si è fatto insistente. La tramontana increspa le onde, solletica la sabbia, strapazza il cielo.Tenace, ora dopo ora ha spazzato via le nuvole, ed ora, nel pomeriggio inoltrato, alzando gli occhi al cielo si vede solo azzurro, e lì nel mezzo la sua luce accecante, fratello sole. 
Quando senti su di te qualcosa, puoi provare a descriverlo, come questo vento, come Dio. Ciò che di Lui senti, ciò che hai toccato, sperimentato, puoi provare a raccontarlo.‘Teosofia’ si chiama, cioè parli di Dio solo grazie all’esperienza, nella sapienza che la vita ti ha fatto dono.La teologia vuol capire, e nel suo risvolto peggiore capire è appropriarsi. La teosofia vuol sapere, che ha più a che fare col gustare.E’ Antonietta che ci aiuta a distinguere, non per gioco scolastico, ma per arrivare a comprendere che vera sapienza è di chi sa stare alla scuola della vita.Francesco di questo è maestro: sa stare così bene con gli altri che ne diventa parte. 
“Il corpo è la sfida lanciata allo spirito di prendere corpo, di realizzarsi”, 
dice la mia Singer, e Francesco usa il suo corpo tanto da sapersi trasformare continuamente: diviene albero tra alberi, foglia tra foglie, cicala tra cicala…uomo tra uomini.In questa sua ‘eccedenza di umanità’ è libero, non appartiene a nessuno, non crea divisione, è ‘uno’. 
Ed io? In un’intera giornata può bastare raccogliere qualche coccio di vetro dalla sabbia per evitare un pericolo? 
Ristorare il copro e l’anima bastano a rendere un giorno consumato? 
Che imparare da questi giorni? 
Dal mare imparo a non fermarmi di fronte all’ignoto.Dal vento a spazzare con tenacia le nuvole.Dalla sabbia la malleabilità che sa adattarsi.Dalle conchiglie il fascino della diversità.Dai cigni l’eleganza e dai granchi l’attenzione.Da Graziella la resilienza.Da Antonietta la saggezza umile.Dai frati la giovialità fraterna.Ogni giorno impegnarsi ad imparare qualcosa, una sola cosa. Basterà!

fra Giorgio Bonati 

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