Santa Maria,

Santa Maria,
...donna del primo sguardo, donaci la grazia dello stupore.

martedì 24 dicembre 2013

Come sole che sorge ...

Betlemme è... 

il web

Una riflessione sul Natale e sugli inganni e le menzogne della "notte di follie" della grande rete.





Libera - Silent Night



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Come sole che sorge



24 DICEMBRE

VIGILIA DEL SANTO NATALE

FERIA DI AVVENTO

MESSALE

Antifona d'Ingresso    Cf Gal 4,4
Ecco è giunta la pienezza dei tempi:
Dio ha mandato il suo Figlio nel mondo.



CollettaAffrettati, non tardare, Signore Gesù: la tua venuta dia conforto e speranza a coloro che confidano nel tuo amore misericordioso. Tu sei Dio...



LITURGIA DELLA PAROLA 


Prima Lettura 
2 Sam 7, 1-5.8-12.14.16
Il regno di Davide durerà in eterno.

D
al secondo libro di Samuèle.Il re Davide, quando si fu stabilito nella sua casa, e il Signore gli ebbe dato riposo da tutti i suoi nemici all’intorno, disse al profeta Natan: «Vedi, io abito in una casa di cedro, mentre l’arca di Dio sta sotto i teli di una tenda». Natan rispose al re: «Va’, fa’ quanto hai in cuor tuo, perché il Signore è con te».
Ma quella stessa notte fu rivolta a Natan questa parola del Signore: «Va’, e di’ al mio servo Davide: “Così dice il Signore: Forse tu mi costruirai una casa, perché io vi abiti? Io ti ho preso dal pascolo, mentre seguivi il gregge, perché tu fossi capo del mio popolo Israele. Sono stato con te dovunque sei andato, ho distrutto tutti i tuoi nemici davanti a te e renderò il tuo nome grande come quello dei grandi che sono sulla terra. Fisserò un luogo per Israele, mio popolo, e ve lo pianterò perché vi abiti e non tremi più e i malfattori non lo opprimano come in passato e come dal giorno in cui avevo stabilito dei giudici sul mio popolo Israele. Ti darò riposo da tutti i tuoi nemici. Il Signore ti annuncia che farà a te una casa.
Quando i tuoi giorni saranno compiuti e tu dormirai con i tuoi padri, io susciterò un tuo discendente dopo di te, uscito dalle tue viscere, e renderò stabile il suo regno. Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio.
La tua casa e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti a te, il tuo trono sarà reso stabile per sempre”». 

Salmo Responsoriale
 
  Dal Salmo 88  
Canterò per sempre l’amore del Signore.
Canterò in eterno l’amore del Signore,
di generazione in generazione
farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà,
perché ho detto: «È un amore edificato per sempre;
nel cielo rendi stabile la tua fedeltà».

«Ho stretto un’alleanza con il mio eletto,
ho giurato a Davide, mio servo.
Stabilirò per sempre la tua discendenza,
di generazione in generazione edificherò il tuo trono».

«Egli mi invocherà: “Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza”.
Gli conserverò sempre il mio amore,
la mia alleanza gli sarà fedele».

       

Canto al Vangelo  

Alleluia, alleluia.

O Astro che sorgi,
splendore della luce eterna, sole di giustizia:
vieni, illumina chi giace nelle tenebre
e nell’ombra di morte.

Alleluia.

Vangelo   Lc 1, 67-79

Ci visiterà un sole che sorge dall’alto.


Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, Zaccarìa, padre di Giovanni, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo:
«Benedetto il Signore, Dio d’Israele,
perché ha visitato e redento il suo popolo,
e ha suscitato per noi un Salvatore potente
nella casa di Davide, suo servo,
come aveva detto
per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo:
salvezza dai nostri nemici,
e dalle mani di quanti ci odiano.
Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri
e si è ricordato della sua santa alleanza,
del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,
di concederci, liberati dalle mani dei nemici,
di servirlo senza timore, in santità e giustizia
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.
E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo
perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade,
per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza
nella remissione dei suoi peccati.
Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio,
ci visiterà un sole che sorge dall’alto,
per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre
e nell’ombra di morte,
e dirigere i nostri passi
sulla via della pace».


Lettura


La profezia del profeta Natan riassume le attese messianiche del popolo di Israele. La promessa di Dio a Davide assicura alla sua discendenza il regno e la benedizione di Dio. Una promessa che attraversando le generazioni giunge fino a Cristo, fino a noi. Il Salmo 88[89] celebra la fedeltà di Dio a questa promessa, una fedeltà “che edificherà il trono di Davide di generazione in generazione”, non è semplicemente l’assicurazione della protezione divina sul casato reale di Davide, ma la promessa di Abramo che, passando attraverso la discendenza del Re, arriverà fino alla nascita del Messia.


Meditazione
Il Cantico di Zaccarìa celebra il “sole che sorge” sul mondo, Cristo Signore, annunciato dal suo profeta, colui che accompagna la Sposa all’incontro con il suo Sposo, che prepara Israele ad accogliere la rivelazione della Parola di Dio. In Giovanni, Dio incomincia il compimento delle profezie antiche ricordandosi della “sua santa alleanza e il giuramento fatto ad Abramo”. Il grembo sterile ha partorito la profezia feconda che dona speranza al mondo; dalla bocca muta dei figli di Israele s’innalza il cantico della nuova lode, quella del popolo che riceve la “conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati”. L’uomo vive nella dispersione e nella confusione, i suoi sentieri sono contorti e spinosi, i suoi progetti conducono spesso all’affanno e alla sofferenza. Il peccato ha costruito le sue strutture che chiudono l’umanità in una prigione da cui l’uomo non sa liberarsi da solo con i forti legami che ne imprigionano l’anima e il cuore. Il dolore del mondo aspetta un salvatore potente, ogni uomo ha bisogno dei profeti che sappiano annunciare con la loro vita e la loro parola la speranza di un redentore. Anche oggi il mondo attende l’aurora della salvezza, ha bisogno dell’avvento di Colui che possa rivelare il volto di Dio a chi «giace nelle tenebre» e «dirigere i suoi passi sulla via della pace». Il buio del mondo spinge l’uomo a perdere la speranza e a credere soltanto alle miopi prospettive dell’interesse, del potere, del piacere che lo schiacciano e lo opprimono. La luce del sole che sorge sul mondo dissipa le tenebre e conduce alla vita nuova. Lasciamoci ricolmare dalla verità e dalla speranza, lasciamoci illuminare dallo splendore del volto di Cristo, lasciamoci condurre nei sentieri luminosi del Vangelo. 




Preghiera

Signore, illumina le tenebre del mio cuore, fa’ risplendere la luce del tuo volto affinché possa vivere e gioire nella luce senza fine della tua verità e del tuo amore; indicami la strada da percorrere affinché possa comprendere la tua volontà e dirigere la mia vita sulle vie della pace. 

Agire

Imparerò a vivere nella luce del Vangelo di Cristo e a fare della mia vita un dono splendido di grazia, sarò segno di speranza e strumento di pace per me e per i fratelli.
Meditazione del giorno a cura di monsignor Marco Frisina, presidente della Commissione Diocesana di Roma per l’Arte Sacra e i Beni Culturali, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it 

25 dicembre (2011)


ANDIAMO GIA' PASTORI (CANTO BAMBINI DEL CAMMINO NEOCATECUMENALE )




La sua condizione di Bambino 

ci indica come possiamo incontrare Dio 

e godere della Sua presenza. 

E’ alla luce del Natale 

che possiamo comprendere le parole di Gesù: 
«Se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, 
non entrerete nel regno dei cieli». 
Chi non ha capito il mistero del Natale, 
non ha capito l’elemento decisivo dell’esistenza cristiana. 
Chi non accoglie Gesù con cuore di bambino, 
non può entrare nel regno dei cieli.


Benedetto XVI, Udienza del 23 dicembre 2009

Luca 2,1-14



In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo. C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l'angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia». E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama».

IL COMMENTO



Qual'è il mio posto? Dove, come, perchè vivere? Tutto quello che agita i nostri cuori e le nostre menti si può riassumere in questa domanda: Qual'è il mio posto? In famiglia, a scuola, al lavoro, con gli amici, nella chiesa, nella società. Un posto per me, un luogo dove essere. E scoprire di non saper e non poter rispondere a questa domanda. Scoprire d'essere stranieri ovunque, mendicanti d'un guscio dove riposare, dove essere amati. E' forse il marito, o la moglie il mio luogo? E' forse il fidanzato? Sono i figli? Gli amici? Il lavoro? Lo sport, lo svago, lo studio, il fisico, i progetti, la casa? No, tutto scorre e si mostra effimero, anche se intenso, e coinvolgente, al fondo sempre quel senso d'inappagamento. 





E pensare e scrutare il cammino alla propria realizzazione, il sentiero alla pace, alla certezza, ad un luogo che sia e non passi più. E fermarsi e gauardarsi intorno e toccare la notte. E' buio anche questo giorno, sfolgorante di schioppettii, fuochi d'artificio che, come flash, illuminano istanti e volti e cose, per richiudere tutto in un secondo nel cassetto del nulla. E' notte per il mondo, oppresso dagli inganni e dall'odore di morte. E' buio intorno a ciascuno di noi. E' buio dentro di noi. Se così non fosse, se oggi non avessimo coltri di nero a farci piccoli, incapaci, deboli, disarmati, umili, non sarebbe Natale. E' paradossale forse, ma è così. La luce brilla in una notte, ed è la nostra notte, quella di chi non ha un luogo dove riposare e trovare felicità vera e consistenza e senso alla propria vita. La notte di duemila anni fa e i passi di una Famiglia santa a mendicare un luogo nel proprio villaggio, nella sua casa, e doglie di una Madre e ansie di un Padre, e nessun posto se non una stalla, un anfratto sporco, freddo, anonimo, l'ultimo posto di questa terra. Ecco il Natale: l'ultimo posto. 



Ecco la gioia annunziata dagli angeli a ciascun uomo di ogni dove: la Gloria di Dio scende sull'ultimo posto della terra. Sul nostro posto, sino ad ora non-luogo, ricettacolo di fallimenti e dolori, paure e fughe, alienazioni e peccati. Sì, il nostro vagare è il luogo della Gloria, della Shekinà, della presenza di Dio. E' ora, in questo istante, in questa notte della nostra esistenza che scende l'amore di Dio che si fa carne in un Bimbo adagiato nelle mangiatoie sporche dove non abbiamo potuto saziarci. E' ora nella nostra vita che scende la Vita, quella eterna che sola può saziarci. Non esiste domani, non esiste altro luogo, perchè il nostro posto è quest'ultimo posto, questo rifiuto, questa angoscia, questo timore, questo vuoto che ci veste i giorni, santificato, reso prezioso, inimitabile, bellissimo e dolcissimo, zampillante gioia e pace, perchè sfiorato dalle membra santissime del Bimbo Gesù. 


E' questa nostra vita la sua dimora, la sua culla, è qui, all'ultimo posto che noi disprezziamo e rifiutiamo, il luogo dove Dio ha voluto nascesse Suo Figlio. Non ha nulla un presepe, una stalla sporca e maleodorante, schizzi di sterco e paglia e fango, nulla d'importante da esporre con cura e amore al centro delle nostre case. Nulla davvero, anzi, la sporcizia andrebbe nascosta. Ma è questo nulla riempito dal Tutto il luogo più bello della terra, che commuove e stringe il cuore. Il Bambino nato nella nostra vita, Dio incarnato nella nostra carne di oggi, a rendere meravigliosa la nostra vita. Anche se sporca, disordinata, maleodorante. E' qui ed ora che Dio adagia il Suo Corpo che vince la morte. E' qui che giunge Sua Madre, la Chiesa, ad annunciarci e a donarci l'evento che fa di ogni ultimo posto il primo posto, che solleva i miseri dall'immondizia, che fa del rifiuto il dono più grande. E che trasforma le nostre vite in quelle di figli di Dio, colmi di dignità e pace, di amore e di misericordia. Questa notte l'ultimo posto riservato al Figlio e ai suoi fratelli è il primo posto agli occhi di Dio, lì alla Sua destra a saziarsi d'amore. Queste nostre vite visitate da Maria e Giuseppe, fatte grembo della Vita che vince il peccato e la morte, queste vite adagiate con Lui in una mangiatoia son trasformate in pane per ogni uomo. E' questa la gioia che vince il timore. In Dio fatto uomo, in Cristo Gesù la nostra vita ricolma d'amore si fa dono per tutti, amore puro e crocifisso, il luogo per cui siamo nati.

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