Santa Maria,

Santa Maria,
...donna del primo sguardo, donaci la grazia dello stupore.

sabato 3 agosto 2013

Papà ...

Papà, dove sei?


La figura paterna è punto di riferimento etico e di traenza sociale per ogni adolescente. Se viene meno tale riferimento, se la figura paterna si offusca o se il suo ruolo diventa fragile o manca del tutto, il cammino dei figli si fa incerto provocando in loro inquietudine e smarrimento.
Questa sembra essere una condizione di questo periodo storico che ci deve rendere attenti osservatori della figura paterna indebolita o che sta perdendo quella forza virile, indispensabile per la costruzione dell’identità, della stima e della fiducia verso se stessi e verso la Vita.

L’adolescente sente la necessità di affidarsi a lui, di poter conversare e di guardarlo in volto senza timore e senza riserve, per trovare sempre nuove rassicuranti conferme. Si tratta di un compito spesso arduo che spetta in prima persona al padre. La sua è una figura che rappresenta agli occhi del figlio l’universo maschile in cui dovrebbe predominare la norma, la legge e, soprattutto, l’indipendenza dai vincoli ricattatori e incestuosi, che stanno alla base della disarmonia nello sviluppo. Il padre è equiparabile a un rifugio sicuro.
Se la figura paterna è così necessaria per acquisire una propria identificazione, spinta indispensabile per l’entrata nel sociale, perché tanti ragazzi hanno un vero e proprio rifiuto nel relazionarsi con la figura paterna? Lo si nota in alcune situazioni di protesta sociale, a volte anche violenta, dove l’autorità andrebbe intesa come controfigura del padre e vissuta come avversario da combattere o da rifuggire; un rifiuto che sa tanto di richiesta esasperata dovuta alla sua mancanza.
La sicurezza che deriva da una figura paterna stabile e affidabile è assai importante per lo sviluppo relazionale del ragazzo. Infatti, è la sua la figura più adatta a fare da guida e da spalla per affrontare la realtà e confrontarsi con il mondo esterno, contribuendo così a formare nella sua mente un modello di riferimento diverso da quello materno primigenio.
La figura paterna rappresenta simbolicamente la legge e l’autorità, parola latina “auctoritas” che deriva dalla radice del verbo augeo, che significa “far crescere”. Egli è la norma, la mano forte che protegge, la roccia che non crolla, il braccio forte che stringe e che ognuno di noi, sin dall’infanzia, ha portato dentro di sé e interiorizzandolo come modello. E’ una sorta di tavola delle leggi scolpita dentro di noi.
I disegni che andremo a visionare ci parlano dell’importanza della figura paterna. Tutti i disegni riflettono un disagio e un’immaturità emotiva. Evidentemente Maria ha subito un’aggressione psicologica che l’ha resa fragile e reattiva insieme; una situazione che richiede al mondo adulto comprensione e attenzione dei suoi bisogni reali per evitare la destrutturazione della personalità.

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La tutela dei minori? Un compito pastorale


La diocesi di Bolzano-Bressanone apre un ufficio apposito: il vescovo lo ha affidato alla guida di un sacerdote-psicologo

MARIA TERESA PONTARA PEDERIVA



Mentre si discute da anni sui cambiamenti pastorali perché la Chiesa possa rispondere in maniera più efficace ai segni dei tempi, a Bolzano sono passati dalle parole ai fatti e, per intanto, hanno costituito un nuovo ambito pastorale, dedicato ai minori e alla loro tutela.

“Prevenzione di abusi sessuali e violenze” è la denominazione ufficiale della nuova delega pastorale che il vescovo Ivo Muser (classe 1962, uno dei due vescovi più giovani d’Italia insieme a Guido Gallese di Alessandria) ha affidato alla responsabilità di don Gottfried Ugolini, psicologo, che potrà contare sul contributo professionale di quattro collaboratori in qualità di esperti come Brigitte Andres, Stefano Favaretto (che opera anche del primo Centro di consulenza maschile a livello nazionale gestito dalla Caritas locale), e per catechesi e pastorale giovanile, Markus Felderer e Christoph Schweigl.

Si tratta di un ulteriore passo nella direzione di un impegno attivo e responsabile nei confronti delle centinaia di bambini e giovani che varcano ogni settimana (per alcuni quotidianamente) le soglie di chiese, oratori, scuole cattoliche, partecipano a campeggi estivi e invernali, escursioni e pellegrinaggi. “La costituzione ufficiale di quest’ambito è un segnale importante per la nostra Diocesi in quanto pone in primo piano il benessere e la sicurezza dei bambini e dei ragazzi ”, sottolinea Ugolini che spiega: “In ogni ambito pastorale diocesano è necessario che si promuova un lavoro di prevenzione di qualità e duraturo per favorire una cultura dell’attenzione, dell’osservazione e dell’ascolto. Il lavoro di prevenzione è un aspetto fondamentale nell’attività della Chiesa e del suo servizio pastorale che si prefigge, nei sui obiettivi primari, quello di dare l’opportunità ai giovani e ai bambini di crescere in maniera equilibrata anche attraverso la sicurezza degli ambienti di vita.”

Si può affermare che a Bolzano questa costituisca un’attenzione ben radicata da tempo: risale al 2001, infatti, la costituzione dello Sportello di consulenza diocesano, mentre è del 2010 l’incarico attribuito (primo fra le diocesi italiane), dall’allora vescovo Karl Golser, ora emerito, al dott. Werner Palla, magistrato ed ex difensore civico della Provincia autonoma di Bolzano, per seguire, in maniera indipendente e con la consulenza di un comitato di specialisti in diversi ambiti le vittime dei presunti casi di abusi sessuali nella Chiesa cattolica in Alto Adige in stretta collaborazione con il procuratore della repubblica Guido Rispoli (una consulenza a titolo gratuito con colloqui coperti da segreto professionale).

Questo nuovo Ufficio pastorale riservato alla tutela dei minori probabilmente è solo il primo atto di una serie di novità che la diocesi trilingue di Bolzano-Bressanone vedrà la luce nei prossimi mesi. Dal mese di settembre entrerà infatti nel vivo l’attività del Sinodo diocesano a 40 anni di distanza dal precedente (1970-1973) che si collocava nell’immediato dopo-Concilio quando si trattava di riunire la diocesi appena sorta nel 1964 con la costituzione della Provincia ecclesiastica Tridentina, comprendente le diocesi di Trento e di Bolzano-Bressanone, i cui rispettivi confini venivano equiparati ai territori delle province civili costituenti la Regione autonoma Trentino - Alto Adige.

Un Sinodo che si preannuncia all’insegna dei laici perché è su di loro che scommette la Chiesa sudtirolese: laico è infatti il segretario generale, Reinhard Demetz, 35 anni, 3 figli, un dottorato in teologia sistematica alla Gregoriana e laici sono oltre la metà dei membri sinodali eletti o nominati. Un esempio significativo: in rappresentanza dei docenti dell’antico Studio teologico di Bressanone (oltre 400 anni) è stata indicata un’insegnante di catechetica e didattica, Dorothea Rechenmacher Grünfelder), ma ai laici in questa diocesi da oltre 20 anni è anche affidato il settimanale diocesano di lingua italiana Il Segno, prima Paolo Valente e dal 2002 Irene Argentiero.

Ma la scommessa del Sinodo è soprattutto la partecipazione delle persone di ogni età, in particolare i giovani: “vogliamo proporre nuovi impulsi alla Chiesa: vogliamo una Chiesa più gioiosa, più coraggiosa, una Chiesa per la gente, una Chiesa che accetti la sfida di portare la fede anche alle nuove generazioni” diceva il segretario in un video inserito sul sito diocesano nei mesi scorsi.


La diocesi di Bolzano-Bressanone comprende 281 parrocchie per una popolazione di quasi 500 mila abitanti: solo 60 preti sotto i 65 anni di età.

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